Al terzo tentativo è andata!
Dopo che per due settimane la pioggia aveva fatto saltare l’uscita lungo il torrente Centa sul monitoraggio del Vespertilio di Daubenton, ieri sera, 20 agosto, ce l’abbiamo fatta.
E’ stata in realtà un’uscita a metà, nel senso che i 24 partecipanti hanno potuto approfondire tutti gli aspetti legati a questa specie di chirottero che vive lungo i corsi d’acqua ma, probabilmente a causa della stagione ormai avanzata, non siamo riusciti a vederli.
Gli esperti Claudio Torboli (Alabtros srl) e Chiara Fedrigotti (MUSE) ci hanno però fatto una bella lezione su questi importanti mammiferi volanti, fornendo tutte le indicazioni necessarie per monitorarne la presenza nei pressi di ponti o altri manufatti posti lungo fiumi e torrenti.
Tra le 28 specie di pipistrelli presenti in Trentino il Vespertili odi Daubenton è una delle pochissime facilmente riconoscibili perché caratterizzato da un dorso bruno-marrone e da un ventre molto chiaro, praticamente bianco. E’ inoltre l’unica specie di pipistrello che caccia a pelo d’acqua, quindi se vediamo un chirottero che svolazza a pochi centimetri dalla superficie del fiume o del torrente, non può essere che lui.
L’attività di “citizen science”, cioè la partecipazione dei cittadini nel monitoraggio (in questo caso dei pipistrelli) è molto importante perché fornisce un grande contributo ai pochi studiosi di queste specie nel mapparne la presenza sul territorio.
Il monitoraggio del Vespertilio di Daubenton è un’attività semplice e che richiede un impegno limitato: ai “cittadini scienziati” viene chiesto di individuare un luogo lungo un corso d’acqua dove recarsi, possibilmente in coppia, una o due volte nel corso del mese di luglio a cavallo del calare della notte, per verificare la presenza ed eventualmente contare gli esemplari di pipistrello d’acqua presenti. Questi piccoli animali (sono lunghi 4-6 cm, ali escluse, e pesano attorno ai 6-7 grammi!) escono a caccia solo nelle belle serate estive, in assenza di pioggia e con poco o nullo vento, per cui anche le uscite vanno fatte in queste condizioni, per una durata di 30′-45′: in pratica si tratta di fare una piacevole uscita serale dotati di torcia con la quale illuminare il corso d’acqua nella zona che si sta monitorando, avendo cura di riportare i dati su una specifica scheda di campagna.
Il 2024 ormai è andato, perché questi utili animaletti si stanno già trasferendo dai luoghi di allevamento dei piccoli (le cosiddette “nursery” poste sotto i ponti, nei ruderi o in altri manufatti e nelle quali torneranno nella prossima primavera) agli altri ripari sparsi sul territorio dove entreranno in letargo.
Per chi è interessato a impegnarsi nel monitoraggio l’appuntamento è quindi per la prossima estate: gli esperti ci indicheranno una finestra temporale, indicativamente di cinque settimane, tra fine giugno e luglio, nel corso della quale potremo organizzare le nostre uscite.
Chi vuole proporsi per dare una mano alla scienza può comunicarlo alla nostra Rete di Riserve.