A due anni dalla proposta della Commissione europea (22 giugno 2022) e dopo che nel febbraio scorso era arrivato il voto favorevole del Parlamento europeo, il 17 giugno il Consiglio dell’UE ha adottato formalmente la legge (si tratta di un regolamento) sul ripristino della natura.
Una norma che mira a mettere in atto misure per ripristinare almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050.
Stabilisce obiettivi e obblighi specifici e giuridicamente vincolanti per il ripristino della natura negli ecosistemi terrestri, marini, d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani.
Misure specifiche includono la protezione degli impollinatori e delle farfalle, la protezione degli spazi verdi urbani e la piantumazione a livello di UE di almeno tre miliardi di alberi entro il 2030.
Più in generale il nuovo regolamento ha l’obiettivo di mitigare il cambiamento climatico e gli effetti dei disastri naturali e aiuterà l’UE a rispettare i suoi impegni ambientali internazionali e a ripristinare la natura europea.
Il regolamento sarà ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore diventando direttamente applicabile in tutti gli Stati membri. Entro il 2033, la Commissione europea esaminerà l’applicazione del regolamento e i suoi impatti sui settori agricolo, ittico e forestale, nonché i suoi effetti socioeconomici più ampi.
Nel dettaglio la nuova legge prevede:
Ripristino degli ecosistemi terrestri e marini
Le nuove norme contribuiranno a ripristinare gli ecosistemi degradati negli habitat terrestri e marini degli Stati membri, a raggiungere gli obiettivi generali dell’UE in materia di mitigazione e adattamento climatico e a migliorare la sicurezza alimentare.
Il regolamento impone agli Stati membri di stabilire e attuare misure per ripristinare congiuntamente, come obiettivo dell’UE, almeno il 20% delle aree terrestri e marittime dell’UE entro il 2030.
Tocca una serie di ecosistemi terrestri, costieri e d’acqua dolce, forestali, agricoli e urbani, comprese le zone umide, le praterie, le foreste, i fiumi e i laghi, nonché gli ecosistemi marini, comprese le fanerogame marine e i letti di spugne e coralli.
Nell’attuazione delle misure di ripristino, fino al 2030, gli Stati membri daranno priorità ai siti Natura 2000.
Sugli habitat ritenuti in cattive condizioni, come elencati nel regolamento, gli Stati membri adotteranno misure per ripristinarne:
almeno il 30% entro il 2030;
almeno il 60% entro il 2040;
almeno il 90% entro il 2050.
Sforzi per il non deterioramento
Gli Stati membri si impegnano a prevenire un deterioramento significativo delle aree che hanno raggiunto buone condizioni grazie al ripristino e che ospitano gli habitat terrestri e marini elencati nel regolamento.
Proteggere gli impollinatori
Negli ultimi decenni, l’abbondanza e la diversità degli insetti impollinatori selvatici in Europa sono diminuite drasticamente. Per affrontare questo problema, il regolamento introduce requisiti specifici per misure volte a invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030 al più tardi.
Misure specifiche per singoli ecosistemi
Il regolamento stabilisce requisiti specifici per diversi tipi di ecosistemi, compresi terreni agricoli, foreste ed ecosistemi urbani.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a migliorare due di questi tre indicatori: la popolazione di farfalle delle praterie, lo stock di carbonio organico nei terreni minerali delle terre coltivate e la quota di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad elevata diversità. Altre misure chiave di questa nuova legge sono l’aumento della popolazione di uccelli di ambito forestale e la garanzia che non vi sia alcuna perdita netta negli spazi verdi urbani e nella copertura delle chiome degli alberi fino alla fine del 2030.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a ripristinare le torbiere drenate e a contribuire a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030 a livello dell’UE. Per trasformare almeno 25.000 km di fiumi in fiumi a corso libero entro il 2030, gli Stati membri adotteranno misure per rimuovere le barriere artificiali alla connettività delle acque superficiali.
Piani nazionali di ripristino
In base al nuovo regolamento gli Stati membri devono predisporre e presentare alla Commissione piani nazionali di ripristino, mostrando come raggiungeranno gli obiettivi. Devono inoltre monitorare e riferire sui propri progressi, sulla base di indicatori di biodiversità a livello dell’UE.
Per approfondire:
https://environment.ec.europa.eu/topics/nature-and-biodiversity/nature-restoration-law_en