Siamo ormai in piena primavera e con questa stagione arriva il periodo della manutenzione di prati e giardini pubblici e privati.
Siamo abituati a vedere e ad avere un prato perfettamente rasato, con l’erba tagliata tutta alla stessa altezza che non lascia spazio a fioriture spontanee e piante autoctone e che ha bisogno di tanta acqua per il suo mantenimento. Di fronte a un prato rasato avvertiamo una sensazione di ordine, dimenticando però che la natura è bellissima e ricchissima nel suo apparente disordine e al suo interno nasconde un mondo quasi invisibile pieno di vita.
E proprio qui nasce il concetto del “wild garden”, cioè un vero e proprio giardino selvatico che col tempo diventa un piccolo tesoro di biodiversità, da coccolare e far crescere.
Nel giardino selvatico si utilizzano specie autoctone e si fa una bassa manutenzione cercando quindi di rispettare le fioriture delle varie specie così da favorire la presenza degli insetti impollinatori e di altri animali. A differenza del cosiddetto prato all’inglese, il wild garden ha anche il vantaggio di richiedere molta meno acqua e, in un periodo critico come quello che stiamo attraversando, non può che essere un valore aggiunto.
Ma i vantaggi di un giardino selvatico sono anche altri e in un pianeta che soffre quotidianamente per la perdita di biodiversità, nel nostro piccolo possiamo far molto per contribuire ad aumentare la varietà delle forme di vita, sia vegetale che animale perché un giardino “naturale” può diventare un’importante zona di rifugio, nidificazione e foraggiamento anche per molte specie di uccelli.
Le api e gli insetti impollinatori sono i primi esseri viventi a beneficiare del giardino naturale e non a caso l’incontro che proponiamo è fissato per il 20 maggio, la “Giornata internazionale delle api”.
Il naturalista Riccardo Muraro ci spiegherà come trasformare i giardini in oasi per la natura e la biodiversità.