Il “Lunedì della Rete” di marzo ha visto a Tenna una serata estremamente interessante, oltre che partecipata, a tema “citizen science” con un occhio di riguardo al mondo degli insetti impollinatori.
Chiara Fedrigotti, esperta del MUSE, ha ricordato con un excursus storico la nascita del coinvolgimento attivo dei cittadini nella ricerca al fine di generare nuova conoscenza; quella cioè che viene chiamata “citizen science”. Questo metodo di lavoro nasce, sia pure inconsciamente, già nel 1775 quando lo statunitense Halley (quello della cometa…) lancia tramite i giornali un appello ai cittadini per segnare l’orario di inizio e di fine di un’eclisse solare comunicando poi i dati al giornale. Un secolo dopo è tramite dei messaggi messi in bottiglia e lanciati in mare che viene chiesto ai cittadini di restituire lo stesso messaggio al mittente indicando luogo e girono del ritrovamento; questo per studiare l’andamento delle correnti marine.
La “citizen science” moderna nasce invece alla fine degli anni Settanta del secolo scorso ed è legata a qualcosa che in realtà ha (forse) poco di scientifico: gli UFO, mentre alla fine degli Anni Ottanta gli scienziati chiedono aiuto ai cittadini per raccogliere dati sulle piogge acide.
La “scienza dei cittadini” può prevedere il coinvolgimento della gente a vari livelli, da un livello-base ad un’attività molto intensa e in ogni caso porta con sé vantaggi di quattro tipi: naturalmente scientifici, ma anche sociali, educativi e infine politici (la decisione politica da parte delle istituzioni dell’UE di dare uno stop alla produzione e vendita di bastoncini per le orecchie e cannucce di plastica è derivata proprio da un’attività di “citizen science” che aveva visto migliaia di cittadini raccogliere dalle spiagge e classificare i rifiuti con il risultato che i più presenti erano quelli proprio cottonfioc e cannucce).
La tecnologia ora aiuta enormemente scienza dei cittadini grazie a un’infinità di App che consentono a chiunque di fornire ai ricercatori dati da elaborare in moltissimi campi di attività. “Zooniverse” è il sito dove trovano spazio molti di questi progetti di ricerca, sia su tematiche scientifiche nel senso stretto che umanistiche.
Come ha spiegato Nicola Orempuller, entomologo del MUSE, gli impollinatori sono oggetto di numerosi progetti di citizen science, il più famoso dei quali è forse X-Polli:Nation, che mira a raccogliere quanti più dati possibile su distribuzione e abbondanza di questi preziosi animali.
Perché gli impollinatori sono veramente tanti; noi magari pensiamo solo alle api domestiche, ma impollinatori sono anche le farfalle e le falene, molti coleotteri, tanti ditteri e poi naturalmente gli imenotteri, tra i quali ci sono le api domestiche. “Tra i quali”, però, perché le specie di imenotteri nel mondo sono circa 120.000, 20.000 circa delle quali sono api. In Europa troviamo ben 2.000 specie di api, 1.050 in Italia e circa 500 in Trentino, alcune delle quali sono endemismi. L’ape domestica – Apis mellifera – quella che alleviamo per il miele, è solo una di queste, mentre tutte le altre sono api selvatiche e la varietà tra queste è enorme: solo in Italia andiamo da quelle che arrivano fino a 3 cm di lunghezza a quelle che non superano i 3 mm, da quelle sociali a quelle solitarie, da quelle che nidificano in cavità sopraelevate a quello che nidificano nel terreno (l’80%!), da quelle con gli occhi azzurri a quelle con gli occhi versi, zebrati, ecc.
Insomma la varietà è enorme e il 40% delle specie italiane di api è a rischio per la perdita e lo sfruttamento del suolo, per il cambiamento climatico, per l’uso di pesticidi e veleni, per l’arrivo di specie aliene. La loro scomparsa porterebbe a danni inestimabili anche per la nostra vita quotidiana perché, tra l’altro, la mancanza di insetti impollinatori vuol dire mancanza…di impollinazione, quindi di frutta e verdura…
Ecco perciò l’importanza di conoscere l ostato di salute degli insetti impollinatori e ciascuno di noi può fare molto, attraverso appunt6o la “citizen science”.
Grazie alla disponibilità di Nicola Orempuller, DOMENICA 30 MARZO avremo la possibilità di provare sul campo un’attività di “citizen science” imperniata proprio sugli insetti impollinatori.









