La fauna delle riserve locali Mesole, Saleti e Ponte Casoni

Dieci specie di pipistrelli fra le quali il barbastello e i rinolofi maggiore e minore, inseriti nell’Allegato 2 della Direttiva “Habitat”, quindi di particolare interesse; più di 30 specie di uccelli (come il piro piro piccolo, un raro limicolo strettamente legato ai ghiareti fluviali) fra rapaci, specie acquatiche e altre tipiche di formazioni forestali, aree prative e coltivi. Infine una quindicina di meso e macro mammiferi.
Sono questi in estrema sintesi i risultati del monitoraggio faunistico svolto nell’estate scorsa dai tecnici di Albatros per la Rete di Riserve e che lunedì sera sono stati presentati al pubblico in occasione del “Lunedì della Rete” svoltosi a Castelnuovo in collaborazione con l’amministrazione comunale e, come sempre, con WWF Trentino.
Dopo un’introduzione che ha voluto presentare velocemente la situazione delle aree protette a livello europeo, italiano e trentino, si è arrivati a inquadrare le tre riserve locali di “Mesole”, “Saleti” e “Ponte Casoni”: una zona ripariale a ontano bianco con carpino bianco, frassino e acero campestre la prima; un fragmiteto la seconda e un’area golenale a ontano bianco e olmo campestre la terza. Così perlomeno sono descritte nel PUP del 2000, ma da allora le cose sono cambiate non di poco, con tra l’altro l’aumento delle specie invasive (robinia e balsamina su tutte) contro le quali è ben difficile combattere.
Michele Caldonazzi è poi entrato nello specifico illustrando le modalità messe in campo per realizzare il monitoraggio e i risultati che sono stati ottenuti, riassunti nella frase riportata sopra e che sono qui disponibili integralmente.
Le riserve di “Mesole”, “Saleti” e “Ponte Casoni” rappresentano un notevole crocevia ecologico, ma la pressione antropica e la diffusione di specie invasive richiedono interventi mirati per garantire la salvaguardia di questi ambienti, spesso inseriti in un contesto comunque particolarmente antropizzato e proprio per questo ancor più degne di tutela.

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