Il programma di attività 2018-2022 della Rete di Riserve del fiume Brenta prevedeva una specifica azione dedicata al gambero di fiume europeo (Austropotamobius pallipes), anzi due:
1. un intervento di lotta alla specie di gambero aliena invasiva, concorrente con quello “nostrano”, vale a dire il gambero americano (Orconectes limosus), che poi si è trasformata in un’azione anche contro l’altra specie invasiva, il gambero della Louisiana (Procambaruys clarkii) la cui presenza è stata purtroppo riscontrata nella ZSC Lago Costa;
2. i primi passi per un piano d’azione volto alla reintroduzione del gambero di fiume europeo partendo da una delle popolazione ancora presenti nel territorio della Rete. Nell’estate 2023 Maria Cristina Bruno, ricercatrice della Fondazione E. Mach, ha così consegnato alla Rete lo studio di fattibilità per la reintroduzione dell’A. pallipes.
Ora siamo arrivati al momento di mettere in pratica il piano, ma la norma prevede che prima di avviare le attività venga data adeguata pubblicità a quanto si prevede di fare, in modo da raccogliere eventuali osservazioni.
Così dopo l’incontro pubblico di mercoledì 20 agosto nel corso del quale il Piano/studio di fattibilità per la reintroduzione del gambero di fiume nel territorio della Rete di Riserve del fiume Brenta (disponibile a questo link) è stato illustrato ai portatori di interesse, fino a VENERDI’ 13 SETTEMBRE 2024 chiunque potrà formulare delle osservazioni inviandole a:
Provincia autonoma di Trento
Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette
Via Guardini, 75
38121 Trento
email: serv.aappss@provincia.tn.it.
In estrema sintesi il piano di reintroduzione ha previsto lo svolgimento delle seguenti fasi, gestite da Maria Cristina Bruno:
1. la scelta dei siti idonei per il prelievo degli esemplari e per la loro reimmissione. Questi sono stati individuati rispettivamente nel Rio Laguna di Grigno dove è presente un’abbondante popolazione di A. pallipes e nella ZSC Palude di Roncegno;
2. i sopralluoghi per i censimenti della popolazione esistente;
3. le analisi dello stato sanitario della popolazione di origine;
4. le analisi per verificare le caratteristiche genetiche della popolazione “donatrice”;
5. la valutazione dei fattori di rischio della traslocazione degli esemplari;
6. infine la stesura del vero e proprio Piano/studio di fattibilità , che è stato consegnato alla Rete di Riserve nell’agosto 2023.
L’intervento concreto di reintroduzione nella ZSC Paludi di Roncegno degli esemplari prelevati dal Rio Laguna di Grigno saranno possibili grazie al progetto europeo LIFE “Natural connections for Natura2000 in Northern Italy to 2030”, in sigla LIFE NAT-CONNECT.
Si tratta di un grande progetto strategico della durata di nove anni che vede capofila la Regione Lombardia e ben 16 partner, tra i quali la Provincia autonoma di Trento. LIFE NAT-CONNECT ha l’obiettivo di consolidare un sistema di gestione integrato della rete Natura 2000 per garantire il raggiungimento degli obiettivi di conservazione delle Direttive Habitat e Uccelli, e sarà perseguito attraverso l’attuazione di un insieme di azioni ritenute strategiche che riguardano:
-il ripristino ecologico di habitat e specie di interesse conservazionistico;
-rafforzare gli elementi di connessione della rete ecologica;
-la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici;
-la riduzione dell’impatto delle specie aliene invasive;
-rafforzare la governance della Rete Natura 2000 e delle aree di connessione.
La reintroduzione dell’A. pallipes nella ZSC Paludi di Roncegno durerà tre anni e partirà nei prossimi mesi di settembre-ottobre traslocando ogni anno 10-20 esemplari di maschi e un numero indicativamente doppio di femmine. E’ previsto un monitoraggio post-intervento che si prolungherà fino all’accertata presenza dei nuovi nati che andranno a popolare gli specchi d’acqua e i canali della ZSC Paludi di Roncegno e, auspicabilmente, il vicino torrente Chiavona.