Il “Lunedì della Rete” del 12 febbraio organizzato assieme a WWF Trentino-Alto Adige, Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette della PAT e Comune di Levico Terme nella sala consiliare della cittadina termale ci ha fatto scoprire molte cose sulle testuggini aliene presenti in Italia, ma ci ha anche dato un’infarinatura sulle specie alloctone in generale.
Antonella Agostini, funzionaria del Servizio provinciale, rimandando per gli approfondimenti a un futuro incontro ad hoc che organizzeremo a breve, ha ricordato alcuni degli animali che, provenendo da altri continenti perché immessi dall’uomo, hanno occupato habitat della nostra provincia; fra questi la nutria, il gambero americano e quello della Louisiana e il visone americano. E poi c’è la nutrita schiera degli insetti: la zanzara tigre, la cimice americana e la Drosophyla suzukii solo per ricordarne alcuni. Per non parlare delle piante.
Ma anche dall’Europa sono partite “migrazioni” di animali e piante che hanno occupato altri continenti.
Il focus della serata era però sulle testuggini aliene e l’erpetologo Giovanni Bombieri ci ha “aperto un mondo”, come si dice.
A partire dal fatto che l’Italia non ospita solo la Trachemys scripta ma addirittura una trentina di specie di testuggini provenienti da altri continenti, America e Asia soprattutto. Sempre animali immessi dall’uomo, come i circa 50 milioni di individui di T. scripta che nell’ultimo trentennio del secolo scorso sono stai importati dagli USA. Un animale questo che sta occupando l’habitat della testuggine palustre europea, l’Emys orbicularis (non presente in Trentino perché il suo areale si ferma alla pianura padana) grazie a una serie di caratteristiche a lei favorevoli: entra in età riproduttiva prima della testuggine “nostrana” (a 2-5 anni di età contro gli 8-10), è di dimensioni maggiori (la femmina arriva a 40 cm e fino a 5 kg di peso contro i 20 cm della testuggine europea), partorisce da una a tre volte l’anno deponendo fino a 30 uova (contro gli 1-2 parti e le 15 uova a parto della nostra).
La T. scripta è inclusa nella lista di specie esotiche invasive vegetali e animali di rilevanza UE e per questo sono in atto diversi interventi per contenerne la diffusione. Bombieri ce ne ha presentati alcuni di quelli da lui seguiti, fra i quali uno di particolare interesse nel veronese. Questa specie è presente anche nel territorio della Rete di Riserve del fiume Brenta e una campagna di controllo/prelievo della specie con l’impiego di una cinquantina di trappole che dovrebbero diventare 100 nel corso del 2024 è in atto sui laghi di Caldonazzo, Levico, sui laghetti del perginese, a Santa Colomba e allo stagno di Alberé di Tenna.
Cosa fare se abbiamo o troviamo una di queste testuggini e vogliamo liberarcene? Non liberiamola in acqua (tra l’altro è un reato) ma contattiamo il Servizio Sviluppo sostenibile e Aree protette della PAT.