Spesso associamo alla parola “bosco” solo gli alberi, che sono in effetti la sua espressione più visibile, ma non sono assolutamente l’unica.
Se siamo un po’ più lungimiranti prendiamo in considerazione anche lo strato arbustivo, ma raramente ci soffermiamo a pensare allo strato erbaceo e ancora meno al suolo e al sottosuolo.
Eppure il bosco parte da qui, dalle rocce e dai batteri, dalle alghe, dai muschi e dai licheni che su di esse portano le prime forme di vita. E solo dopo arrivano le prime piantine di alberi, alcune delle quali arriveranno a maturità per poi morire e, con la loro necromassa, favorire la nascita di altri alberi…un ciclo che dura secoli e che si ripete, magari interrotto o accelerato da qualche evento come può essere stata la tempesta Vaia.
E poi c’è la mano dell’uomo, che ha plasmato la quasi totalità dei nostri boschi, mentre per andare a trovare la foresta primaria, quella ancora integra e paradiso della biodiversità, dobbiamo spostarci in Slovacchia o in Romania.
Nel “Lunedì della Rete” del 25 marzo ospitata nell’accogliente punto lettura di Scurelle, Lucio Sottovia dell’Associazione forestale del Trentino ci ha letteralmente rapiti per un’ora e mezza raccontandoci il bosco e il suo significato sotto diversi punti punti di vista.
Un ecosistema in continua evoluzione, estremamente complesso, dove ogni suo elemento ha una grande importanza: dai funghi ai muschi, dagli insetti agli uccelli, dagli alberi ai mammiferi alle rocce.
Grazie a Lucio Sottovia abbiamo potuto assistere a una lezione universitaria fra la selvicoltura e l’ecologia adatta però anche ai non “addetti ai lavori”.