IT.A.CA’ – Uomini, animali e piante sulle mura di un castello

La suggestiva “Ca’stalla” del castello di Pergine ha ospitato nella serata di giovedì 22 settembre l’appuntamento di IT.A.CA’ dedicato alle “Mura abitate”, cioè alla vita umana, animale e vegetale che nel passato e ancor oggi ospitano le mura di CastelPergine.
Un appuntamento organizzato in collaborazione con il WWF Trentino e la Fondazione CastelPergine rappresentata dal presidente Carmelo Anderle; Fondazione che ha il grande pregio di aver acquisito il castello grazie a una sorta di “azionariato popolare” rendendolo così disponibile alla cittadinanza e gli scorci che la struttura offre meritano assolutamente di essere visti. Un’opera quella della Fondazione che richiede notevoli fondi per coprire le spese correnti e quelle straordinarie che una struttura come CastelPergine necessita.
Un pubblico numeroso e attento ha potuto ascoltare la millenaria storia umana del castello raccontata da un’appassionata Manuela Dalmeri della Fondazione CastelPergine, con le varie popolazioni che hanno abitato il maniero e i sui dintorni nel corso dei secoli.
La parola è poi passata a Osvaldo Negra, mediatore culturale per la biodiversità presso il MUSE, che ci ha fatto immergere nella storia vegetale ed animale delle mura di questo e, in generale, di tutti i castelli: le pietre colonizzate in un primo momento dai licheni ai quali si sono poi sovrapposti i muschi fornendo il substrato necessario alla successiva colonizzazione da parte di felci e piante succulenti, a loro volta prodromi di altre piante erbacee e poi cespugliose, fino ad alberi come ad esempio il sambuco, il frassino o il bagolaro (non a caso detto “spaccapietre”).
La presenza nelle mura di un castello di fessure e cavità è anche la condizione ideale per la vita di insetti come il porcellino di terra, lo scorpione o il millepiedi, anelli di una catena alimentare che va a nutrire altri animali. Le derrate alimentari custodite nei granai dei manieri ospitavano poi piccoli mammiferi granivori come arvicole e topolini vari che attiravano e attirano faine e altri piccoli carnivori. E poi c’è la nutrita popolazione dei volatili, da quelli diurni come i gheppi (diventati piuttosto numerosi recentemente sulle torri e le cinte murarie di CastelPergine) ai rapaci notturni come la civetta, l’allocco o il gufo, oltre ai pipistrelli che sembrano essere tornati negli ultimi anni.

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